
Sappiamo che i bambini apprendono tutto quello che li coinvolge emotivamente. La riflessione linguistica è molto più efficace se è strettamente collegata agli argomenti affrontati in classe e se nasce da storie che portano a “creare qualcosa”. La grammatica diventa così uno sviluppo narrativo dove gli alunni si sentono spronati a scrivere. E se il personaggio della storia è un orco, per giunta che mangia i bambini, allora tutto diventa molto più interessante…
Un giorno mangia gli occhi di uno, poi la gamba di un altro…insomma è un vero orco! Questi elementi che a prima vista sembrano un po’ macabri, divertono moltissimo la classe.
La O di orco, accentuata dall’immagine di questo personaggio che possiede due grandi occhi, è sia la lettera iniziale che finale della parola. Da qui può nascere il gioco di scrivere una frase con dentro tante O (Oggi l’orco Oreste ordina otto oche e ottanta ostriche) oppure di trovare parole che hanno la stessa lettera all’inizio e alla fine (occhio, otto, orrendo, orso, orto, ornitorinco…) e “darle in pasto all’orco”, disegnandole nella sua pancia e poi scriverle come fosse un menù. I bambini, attratti dall’idea di inventare un nuovo menù per questo orco insaziabile, apprendono fonologia, morfologia, sintassi e lessico in modo veloce ed efficace.
Lo scorso anno in classe Prima, per presentare suoni e difficoltà ortografiche, sono partita dalla lettura di questo albo fantastico che si intitola “L’orco che mangiava i bambini” e la cui pancia è talmente grossa che non si accontenta di mangiare solo quelli…
In classe Prima l’orco ha mangiato di tutto: parole contenenti suoni difficili, per esempio parole con QU ,CU e CQU, MB, MP, con le DOPPIE e via di seguito. In classe Seconda l’orco è stato presentato in tre sagome identiche e vuote, “ha mangiato”i nomi di cosa, di animale e di persona, poi ha ingurgitato tutte le parole che sono accompagnate dagli articoli IL, LA e L’. È possibile lavorare così sulle varie categorie: nomi comuni e propri, concreti e astratti e così via.

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