Scrivere -La voce dentro-

”…vedendo il gesto di un individuo, anche da lontano, cioè vedendolo camminare, muoversi, gesticolare, noi arriviamo a non errare nel designarlo. Dunque il gesto è un mezzo per riconoscere un individuo.”
Girolamo Moretti

Dettaglio
Il segreto è nei dettagli
a cura di Lea Bilanci, calligrafa
Modello

…quindi deve esserci un modello condiviso che sia comprensibile da tutti. Per fare questo dobbiamo occuparci della leggibilità delle lettere e il modello che consente meglio di ogni altro di capire la struttura della lettera è l’Italico che nasce nel Rinascimento italiano ed è la prima forma di corsivo moderno. Da questa forma nascono tutti gli altri corsivi, per cui conoscendo questo modello di corsivo riusciamo a scrivere anche gli altri in modo consapevole mantenendo la leggibilità. Questo modello lo conosciamo tutti, lo troviamo nei computer, dove il font principale è spesso chiamato Italic, perché ha origine in Italia. È un modello semplice e chiaro che ci consente di passare agevolmente dallo stampato minuscolo al corsivo.

Armonia

La scrittura è strettamente legata al disegno, alla mobilità armonica della mano.

“Lo scrivere è per se stesso un atto motorio: diventa gesto quando esprime la personalità nei suoi vari aspetti. L’armonia nella scrittura è la conseguenza di una vasta serie di elementi che concorrono a raggiungere una concordanza tra loro. Il contrario dell’armonia è la monotonia, non tanto il disordine, come si potrebbe pensare.
Nel gesto grafico l’armonia è una gradevole concordanza di elementi grafici che toccano i diversi aspetti: prima di tutto il ritmo (che è vita biologica) e poi le forme, le grandezze, il movimento, le inclinazioni … un gesto dunque fatto di variazioni, di disuguaglianze appunto, di oscillazioni delicate, a volte non appariscenti, comunque mai violente , e soprattutto metodiche, tutte espressione di una personalità creativa, originale, produttiva. 
L’armonia, per essere tale, deve avere la caratteristica della flessibilità: “essere se stessi anche in modi diversi”, un po’ come avviene in campo musicale dove si arriva all’armonia dei suoni grazie alla capacità del cervello di interpretare non tanto i suoni in sé ma combinazioni che vengono determinate da frequenze diverse e soprattutto dall’intervallo tra frequenze di suoni diversi = ritmo con momenti di respiro e di pause.
L’armonia è una questione di rapporti, di concordanze e divergenze ben combinate, è una questione di ritmi e successioni e, proprio nel ritmo, risiede l’armonia e lo star bene della persona.”
A.V. Guernieri


Lo strumento

Fin dalla classe terza primaria chiedo ai bambini di portare a scuola un taccuino. Il taccuino valorizza le esperienze personali: si scrive, si annota quello che osserviamo aiutandosi anche con i disegni, si sperimentano tecniche di scrittura, si ricopiano parole e frasi di libri, citazioni, poesie, immagini, si riportano episodi, fatti che ci hanno colpito, ricordi, si fanno descrizioni, osservazioni, liste, elenchi, domande, si appuntano idee, pensieri, commenti, dialoghi…È uno strumento chiave per creare l’abitudine ad osservare con attenzione e fermarsi a riflettere. Deve essere a righe, con copertina rigida, delle dimensioni di un quaderno. I primi tempi viene usato con regolarità e con la guida dell’insegnante (l’attivazione alla scrittura nasce sempre da una conversazione/narrazione orale); negli anni il suo uso diventa sempre più libero.

Il taccuino non vuole essere un quaderno scolastico…nemmeno un diario personale. È uno strumento che facilita e sostiene la nascita di un’abitudine essenziale per noi stessi, non solo in relazione alla scrittura. L’abitudine di fermarsi.

Jenny Poletti Riz

Il taccuino di Lucrezia Mattei

Contatti

alecauraro@gmail.com

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