La parola chiave per fare arte con i bambini è “sperimentare”.
Tutti in classe Prima e Seconda lavoriamo sui colori. Questo percorso può essere realizzato in qualunque classe, ovviamente adattando il livello all’età degli alunni. Scegli un colore, ad esempio il rosso. Chiedi ad ogni bambino di cercare tanti “rossi” di diverse sfumature, ritagliandoli da riviste, da pezzi di stoffe avanzate e di procurarsi bottoni, nastri, pasta, pezzetti di plastica e oggetti vari di piccole dimensioni. Una volta portati a scuola, ognuno realizza con i pezzi scelti un collage su un foglio da disegno o su un cartoncino. Poi si raccolgono tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per colorare di rosso: pennarelli, matite, cere, pastelli a olio, e, se possibile, anche tempere e acquerelli. I bambini sperimentano le potenzialità e i limiti di ogni strumento. All’inizio è meglio lasciarli liberi davanti al foglio bianco, successivamente possiamo dare loro una composizione di forme. Il comando è di colorare ogni forma usando matite e pastelli dello stesso colore. Ogni forma deve essere colorata in modo “diverso”: pigiato, leggero, con una diversa texture, a righe, a pois ecc. Diamo solo le indicazioni necessarie; sono i bambini che devono scoprire tutte le possibilità. Un lavoro successivo è quello di presentare alla classe due opere, una con predominanza di colori caldi e l’altra realizzata con colori freddi. Ad esempio “I girasoli” di Van Gogh e uno dei paesaggi di Cézanne. Durante l’osservazione possiamo fare domande del tipo “Che cosa notate?/Con quali colori è stato realizzato il dipinto?/Perché, secondo voi, l’artista ha usato questi colori?/ Che sensazioni vi trasmettono?”…Dopo questa analisi, vengono consegnate a ciascuno due composizioni uguali stampate in bianco e nero( può trattarsi di un soggetto astratto o reale stilizzato). Il comando è di colorarne una con i colori caldi e l’altra con i colori freddi. È interessante mettere a confronto i disegni”caldi” e quelli “freddi”, chiedere ai bambini le loro osservazioni e sensazioni e registrarle. Io in genere suggerisco anche di dare un titolo al lavoro finito. In tutti i lavori lo spazio del foglio deve essere totalmente ricoperto. Oltre al rosso, è consentito usare il nero, ma solo per dare un tocco qua e là come fosse una pennellata. Il nero fa risaltare il colore e dà carattere al lavoro. Queste composizioni vanno tutte insieme a formare “Il libro Rosso”. Lo stesso iter viene seguito per gli altri colori fondamentali, il giallo e il blu. Una volta realizzati anche “Il libro Blu” e “Il libro Giallo”, possiamo leggere la storia di “Piccolo Blu e Piccolo Giallo” di Leo Lionni. Nasce “Il libro Verde”. Di pari passo vengono presentate alla classe le fiabe con i colori. Si parte dalla classica Cappuccetto Rosso( una versione con immagini stupende è quella illustrata da Kvêta Pacoská- Nord-Sud edizioni) e si continua con Cappuccetto Giallo, Blu e Verde di Munari. Esiste anche la storia di Cappuccetto Bianco, sempre di Munari. L’insegnante stavolta non la legge, ma fotocopia il testo della favola e lo consegna ai bambini ritagliato in varie strisce. Ogni striscia viene incollata su un foglio colorato e illustrata con un collage(il nero può servire per i particolari). Questa attività serve anche per verificare il grado di competenza nella lettura, comprensione e illustrazione di una storia. A questo punto si possono introdurre la figura e lo sfondo da colorare con uno stesso colore, ma usando tecniche diverse ( pigiato, leggero, sfumato, a linee, puntini, macchie, pezzi…) per creare uno stacco tra il soggetto in primo piano e lo sfondo. Lasciamo che i bambini sperimentino le varie texture, mettendo il foglio su diverse superfici (muro, pavimento, certe copertine di quaderni e libri … e tutto quello che sanno trovare sia dentro l’aula che fuori) . Poi con matite e pastelli a cera creano effetti diversi a seconda della pressione esercitata dalla mano. È il momento di inventare una storia collettiva, per esempio Cappuccetto Arancione, dove il lupo fa un’ indigestione di arance oppure Cappuccetto Viola dove la bambina si traveste da melanzana🍆 ecc ecc. Saranno i bambini a raccontare. Si continua lavorando con gli altri colori secondari e con i colori complementari. Sul web ci sono tante proposte in merito, disegni adatti per creare abbinamenti e contrasti di colore a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Quello che mi interessa dire é che queste esperienze artistiche possono diventare autentiche esperienze di narrazione. Narrazione di storie, ma anche narrazione di sé. Con i colori si raccontano le emozioni e i pensieri connessi al proprio vissuto. Il docente accompagna i bambini a guardare le “cose” che conoscono e a colorarle in maniera… diversa (basti pensare alle opere di Andy Wharol). Certo è che l’insegnante per primo deve lasciare andare le proprie verità per aprirsi alla ricerca. Questo non significa affatto affidarsi al caso, anzi! Mettere a punto un percorso che è fatto dai bambini è spesso la cosa più difficile.

https://aibambiniescelapoesia.com/2020/09/16/larte-di-trasformare/